Attenzione: la recensione è divisa in due parti, la prima spoiler free, la seconda contenente spoiler sull’intera stagione.

“The road to power is paved with hipocrisy and casualties. Never regret.”

Due nocche sbattute con forza sul tavolo, ancora e ancora, senza freno, senza pietà, fino a scavare un solco profondo, fino a lasciare un’impronta personale, nella quale assestarsi e attendere, anche al di fuori dello spazio originariamente concesso e previsto, anche al di fuori delle regole. E ad ogni colpo indurirsi, rafforzarsi, diventare sempre più immuni al dolore, unica misura di ciò che è giusto e sbagliato, fino a modellare lo spazio intorno a nuove regole. Il potere non per i soldi, non per il sesso, non per l’autorealizzazione, ma per se stesso, per sostenere il peso delle ambizioni che sono l’unico cemento del castello di carte che vanno a comporre, e alla sommità del quale troviamo un solo re. La seconda stagione di House of Cards è un capolavo...