Guardare un prodotto, cinematografico o televisivo che sia, su un gangster, significa già predisporsi ad un certo tipo di storia, che segue alcuni canali, che ritrae il criminale con un certo stile e che, nei limiti delle necessarie differenze, ha uno svolgimento canonico. È un genere, e Narcos ne fa parte in un modo tutto suo ritagliandosi una propria identità grazie all’anima sudamericana della serie e al taglio documentaristico che José Padilha ha voluto per la sua creazione. Già rinnovato per una seconda stagione, che molto probabilmente sarà anche l’ultima dato che la storia non consente grandi margini di manovra, il nuovo prodotto di Netflix ha convinto episodio dopo episodio, lavorando sulle piccole sbavature degli esordi (un voice over troppo presente nel pilot) che infine sono state integrate bene nella storia. Risultato è stato un quadro umano e storico affascinante e coinvolgente.

Ci sono i filmati di repertorio, c’è la Colombia e, su tutto e su tutti, c...