Se la prima stagione di Mozart in the Jungle intesseva uno stretto rapporto tra musica e metropoli, lo stesso ben sottolineato dall’ispirato titolo della serie, il secondo atto della sinfonia di Amazon Studios sposta ancora di più il focus sui personaggi piuttosto che sull’ambiente in cui si muovono. Il risultato non è così incisivo come lo scorso anno, manca l’importante elemento di novità e le motivazioni dei singoli protagonisti appaiono più sfumate, ma ad una serie così leggera, piacevole e dalle pretese non eccelse non si vuole chiedere nulla di più. Ancora una volta, tra un “maestro” e un “fortissimo”, la serie funziona.

Siamo ancora una volta a New York, anche se nel corso della stagione ci sposteremo addirittura in Messico, e ancora una volta seguiamo le vicende personali e professionali – più queste ultime – degli orchestrali della Filarmonica della città. Diretti dal maestro Rodrigo De Souza (un ispirato e sempre adorabile Gae...