Repetita iuvant è un saggio, sempiterno detto latino che ci raccomanda di ripetere un concetto per consentirne piena assimilazione. Guardando  Moo shu da asporto, quinto episodio di Shadowhunters, assistiamo al trionfo barocco di questo interessante concetto, portato all’estremo da un team sceneggiatoriale evidentemente incapace di elaborare più di due argomenti di conversazione per puntata. L’apertura di puntata è infatti dedicata a un tema finora affrontato solo settantasei volte in quattro episodi, ovvero il sommo affetto di Clary (Katherine McNamara) per la sua povera mamma scomparsa. Affetto che, già di per sé, non necessiterebbe nemmeno di spiegazione, essendo naturale espressione di pressoché qualsiasi rapporto madre-figlia. Figurarsi poi sentirlo ribadire ancora e ancora giunti quasi a metà stagione.

C’è nuova materia di discussione in questo per nulla appassionante appuntamento fisso del mercoledì di Netflix

Ma state tranquilli, c’è nuova materia di dis...