Dopo settimane all’insegna della frammentazione narrativa più bieca, Uomini e angeli sembra arrivare come una panacea a ristorare il sempre più confuso – e rassegnato – pubblico di Shadowhunters. Questo, chiariamo subito, non perché l’equipe sceneggiatoriale sia stata improvvisamente benedetta dalla luce divina dell’ispirazione: la scelta che ci consente di tirare un sospiro di sollievo è legata, di base, a quella di strutturare l’intero episodio come un flashback, cui fa da cornice una situazione di stallo in cui i personaggi finiscono per confrontarsi, per una volta, su qualcosa di più concreto e accattivante della minaccia – finora assai poco minacciosa – rappresentata da Valentine (Alan Van Sprang).

Senso del dovere e amore non corrisposto sembrano essere le tematiche centrali di Uomini e angeli. La prima è veicolata dall’arrivo, nel covo dei cacciatori, di Maryse e Robert Lightwood (Nicola Correia-DamudePaulino Nunes), genit...