La scrittura di House of Cards il più delle volte risulta granitica perché lavora per sottrazione. Certo, a tutti piace vedere Francis che minaccia a denti stretti Catherine Durant confessando gli omicidi commessi, salvo ritrattare un secondo dopo, ma lasciando più di un dubbio al suo interlocutore. Sono questi i momenti che amiamo ricordare, insieme a quelli in cui il protagonista si libera di ogni filtro e ci parla a quattr’occhi senza nascondere nulla. Ma la serie di Willimon è anche altro. È il piacere del non detto e che rimane sospeso a mezz’aria, come un’emozione non espressa, una frase non detta o un’immagine non utilizzata.

Per un motivo che, paradossalmente, alla fine non è nemmeno così importante ai fini di quello di cui ci interessa parlare, gli Underwood e i Conway si ritrovano a condividere lo stesso scomodo tetto in un momento di crisi. Ora, qualunque altra serie si sarebbe presa un momento per far indugiare lo sguardo di Claire su uno dei figli d...