Seppur zoppi, si va avanti. Appurato che, giunti all’ottavo episodio, nulla può realmente arrestare la caduta libera di una serie in tutto e per tutto fallimentare come Shadowhunters, in Sangue Cattivo vengono introdotti elementi spuri rispetto alla saga letteraria; elementi che, nelle intenzioni, sembrerebbero volti a rimpinguare una trama di per sé piatta come un mare con calma di vento. Vediamo infatti Clary (Katherine McNamara) di fronte a una scelta drammatica: uccidere – definitivamente – Simon (Alberto Rosende) o lasciare che si compia la sua trasformazione in vampiro. Un bivio tragico, almeno sulla carta, che trova aggravante nella pressoché totale indifferenza con cui la ragazza ha trattato il suo presunto migliore amico negli ultimi episodi, annebbiata dagli scontri coi demoni e, più spesso, dai bicipiti del suo compagno Jace (Dominic Sherwood). Vorremmo poter provare un moto d’empatia nei confronti della dilaniata protagonista, ma la già in precedenza...