Duecento anni dopo l’uscita di Frankenstein, siamo ancora bloccati allo stesso punto, e lo saremo per sempre. Perché le domande universali sono così, maturano, cambiano il mezzo, cambiano il linguaggio, ma non invecchiano mai. Nel momento in cui l’uomo crea qualcosa a sua immagine e somiglianza, inevitabilmente crea se stesso, e si trova a confrontarsi con i suoi demoni più nascosti. Come l’uomo è arrivato a giudicare Dio, le macchine arrivano a giudicare l’uomo, e il verdetto potrebbe non piacerci. Westworld è questo, lo è stato negli anni che ne hanno accresciuto l’attesa, lo è oggi che debutta sulla HBO e in contemporanea in Italia su Sky Atlantic. Il lungo pilot presenta l’universo da una prospettiva alta e tragica, costruendo un grande prologo per il resto della stagione.

You’re in a prison of your own sins

La premessa è nota. Ci troviamo in un imprecisato futuro in cui la tecnologia ha permesso di costruire un parco di divertimenti sui ge...