Conflitto, cambiamento, conclusione. Potremmo dire che queste tre C corrispondono ad altrettante fasi chiave di uno storytelling che funziona, che riesce a raccontare una vicenda che riflette su se stessa, che evolve e ci concede il piacere di una chiusura drammaturgica. Questo vale da sempre e per sempre, in ogni ambito della narrazione che si rispetti. Westworld di questo ha parlato fino ad ora, e continua a farlo in The Stray, terzo episodio della stagione. La serie va avanti, puntella meglio alcuni personaggi concedendo loro un background necessario. E, nel momento in cui questo misterioso passato serve a renderli più veri, fa davvero differenza se questo è vero o falso?

Prendiamo Teddy, vittima sacrificale preferita della serie fino a questo momento. Morto mille volte, mille volte tornato in vita per adempiere al suo non-scopo, che è quello di vivere, come gli altri, in un eterno presente di conflitti irrisolti e possibilità che dovranno rimanere irrealizzate. L’avevamo già ...