Selfie Surgery – Vorrei essere il mio Avatar comincia malissimo, considerato l’argomento. Comincia cioè con un’involontaria ammissione di parzialità e di schieramento, denunciando una prospettiva che è l’opposto di quella curiosa e aperta a qualsiasi interpretazione del fenomeno indagato che si dovrebbe auspicare.

Selfie Surgery ripiomba nei peggiori difetti da Le Iene e di quei programmi da cui SKY voleva allontanarsi con questa serie

Il fenomeno raccontato nei 25 minuti della puntata è quello delle ragazze che ricorrono alla chirurgia estetica per assomigliare alle proprie foto ritoccate digitalmente, cioè aggiustare la realtà per farla coincidere con la finzione (ritoccata). Nell’introdurre la questione subito la colpa è addossata alla tecnologia, perché questa, viene detto con una grammatica da tg RAI, è “una mania che purtroppo grazie ai social network è arrivata anche in Italia”. Questo scarico di responsabilità mette in mostra quanto chi ha curato la puntata (Beatrice Borr...