Per chi conosce parte della sua carriera, il volto di Brit Marling vive soprattutto negli spazi di una fantascienza d’autore spesso fredda e dalle venature drammatiche, che non si alimenta tanto del fascino dell’invenzione visiva quanto del carico emotivo che questa rappresenta per i protagonisti. Sembra un filo rosso che lega alcune delle sue esperienze professionali più interessanti, da quelle sviluppate dal regista Mike Cahill con il bellissimo Another Earth e l’altrettanto interessante I Origins, a quelle dell’iraniano Zal Batmanglij con Sound of my voice. E proprio con quest’ultimo regista l’attrice ha collaborato attivamente nello sviluppo della serie The OA, approdata su Netflix, come di consueto con tutti gli episodi rilasciati in contemporanea.

La premessa della vicenda è quantomai interessante. La raccontiamo brevemente di seguito senza entrare nei particolari, ma dando un quadro generale: la storia è quella di Praire Johnson, scomparsa per...