La corte dei dannati che circonda James Delaney sembra, nel quarto episodio di Taboo, essere il più bizzarro ma riuscito esempio di utilizzo d’ingegni, temprati dal bisogno, in un’operazione di gruppo. Il piccolo, sgangherato esercito di reietti che il protagonista della serie BBC sta mettendo in piedi e armando a suon di monete è, senza ombra di dubbio, la precisa controparte lurida e, proprio per questo, onesta del dorato marciume ipocrita della classe dominante. In questo guazzabuglio di prostitute, ladruncoli, attrici, travestiti e incantatori, James si staglia nelle vesti di bizzarro direttore d’orchestra, riuscendo a convogliare gli indubbi talenti dei singoli emarginati verso uno scopo comune: la tutela dei suoi interessi individuali a scapito sia della Compagnia delle Indie, che della monarchia inglese e dell’avidità dei neonati Stati Uniti.

Le nebbie iniziano a dissiparsi in questa quarta puntata, specie nel momento in cui ci viene svelata l’ident...