“È difficile resistere al mercato, amore mio”, così recitava un verso di un mirabile brano del gruppo toscano dei Baustelle; piuttosto che resistergli, le agguerrite protagoniste di Feud sembrano assecondarlo e, di conseguenza, lottare l’una contro l’altra per la supremazia, nella declinazione più capitalistica dell’American way. Il parallelo tra concorrenza sul mercato e rivalità tra stelle del cinema è una delle tante pillole di sagacia che il secondo episodio di Feud – in questo caso, nella persona di Jack Warner – elargisce al proprio pubblico bramoso di stimoli.

La puntata di questa settimana riprende i medesimi temi già presentati nel pilot, elaborandoli in una chiave leggermente meno sottile, in un lavoro sceneggiatoriale che, più di una volta, sfiora il didascalismo. Tuttavia, l’intreccio principale si focalizza su un nuovo elemento drammatico, tanto coinvolgente da suggestionare e commuovere lo spettatore, solleticando la sua cap...