Parlando in senso generale il problema di Designated Survivor è uno solo: l’equilibrio.

Come dicevamo la scorsa settimana, la serie si trova ormai a giocare costantemente tra due diversi fronti: la vita politica di Tom Kirkman e la cospirazione, in cui la prima trama è una necessità dovuta dalla posizione del protagonista e la seconda dovrebbe avere il compito di tenere sulle spine lo spettatore, dandogli quel senso di urgenza che lo fa tornare ogni settimana per guardare l’episodio successivo. La domanda legittima è quindi se davvero riesca nell’intento e la risposta è un politically correct, non sempre.

Al di là dell’ingenuità con cui viene descritta l’agenda politica del liberale Kirkman, convinto del fatto che in politica si possa fare di tutto con un po’ di pazienza e molto idealismo, l’aspetto politico della serie è solitamente il più interessante, esattamente come succede in questo caso, in cui il Presidente si trova a dover affrontare i...