Tre fanciulle vegliano sul cadavere di una donna. Esse non esistono, sono la proiezione dei sogni di quella donna. Al sorgere dell’alba, scompariranno. In una notte lunga una vita, si raccontano i rispettivi sogni. Tra questi spicca la storia di un marinaio che, naufragato su un’isola deserta, sogna in modo così vivido una patria mai avuta da renderla reale. Alla prima luce del mattino, le fanciulle si dissolveranno, ma forse il marinaio avrà trovato salvezza in un’altra realtà. Non è dato sapere se David Lynch conosca Il Marinaio di Pessoa, ma quel che è certo è che la sua intera vita da regista è permeata da questo rapporto simbiotico tra sogno e realtà, tra fughe dell’immaginazione e deliri della mente. Qualcosa che si ripropone anche nel finale della terza stagione di Twin Peaks.

È inutile ragionare in termini fantascientifici sulle conseguenze di un viaggio nel tempo che salva Laura Palmer solo per vederla svanire in una dimensione alternativa. Non qui, non...