Si ripete American Horror Story, e di conseguenza non ci sentiamo molto in colpa a ripeterci anche noi, tanto più che siamo quasi arrivati al finale di stagione di Cult. Come già detto, la migliore intuizione di quest’anno è la ricorrente identificazione del serial killer, e di altre personalità malate e carismatiche, come simbolo di un malessere ricorrente in America. Questo male, che poi esplode in atti di violenza, razzismo, intolleranza, incapacità di gestire un dialogo senza ricorrere alla brutalità, si reincarna di volta in volta in figure ai limiti che ne sono quasi vittime. Per certi versi lo è Kai, il bambino immaturo che credeva di controllare ogni cosa, e invece era solo una pedina nelle mani di una storia più grande.

L’episodio si intitola Charles (Manson) in Charge, e come facilmente intuibile si concede una parentesi dedicata al famoso serial killer, ricostruendo il massacro cui è legato il suo nome. Tutto va in scena come ci aspetteremmo. È il racconto di Kai...