Con un’ora incredibilmente frustrante ed indubbiamente ben eseguita Comrades in Arms dimostra tutte le potenzialità di questa serie.
Che The Resident fosse uno show di denuncia era già piuttosto evidente, ma lasciati alle spalle gli eccessi della première, le nuance di questa puntata ne fanno la migliore dall’esordio della serie.

Come in parte abbiamo accennato la scorsa settimana, anche da questa puntata si evince lo sforzo degli autori di non creare personaggi unidimensionali, facilmente identificabili come buoni o cattivi o classificabili tra i più odiati o amati dal pubblico. Quello che è davvero da biasimare, lo si capisce molto presto, è più che altro l’assistenza sanitaria americana nel suo complesso e la disastrosa strada che ha ormai intrapreso da tempo. Nel bene e nel male l’Obama Care è stato l’unico tentativo, in anni ed anni di Presidenti che si sono succeduti alla Casa Bianca, di cercare di imprimere un cambiamento autentico allo scandalo del...