Nei momenti peggiori, Mayans M.C. soffre il gigantismo della peggiore televisione contemporanea. L’idea, più commerciale e meno creativa, che ogni episodio meriti di superare l’ora di durata, e che in qualche modo un senso alla storia si troverà. Non accade sempre così, e l’ottavo episodio di una stagione che, pur con le sue dieci puntate complessive, appare già troppo lunga, lo conferma. Dopo le sorprese della scorsa settimana, sia nella storyline di Coco che in quella di Galindo, arriva una puntata stanca e di transizione. Qualcosa cambia nel finale, ma è difficile trovare un punto di interesse nel complesso intreccio.

Ritorna ancora pesantemente il procuratore Lincoln Potter, che già era apparso in Sons of Anarchy. Stavolta è ben deciso a inserirsi nelle maglie del sistema criminale al confine per utilizzarlo e, in qualche modo, manipolarlo. Allora è impossibile pensare di non discutere con Galindo, che non è più solo il nemico, ma un mezzo per entrare in contatto ...