Il cuore di Bandersnatch non risiede, come è stato detto, nel mero giochino dell’interattività tra lo spettatore e i fatti raccontati, ma nella riflessione più profonda sui meccanismi stessi che muovono le storie. Il legame con i videogiochi, centrale in questo episodio-film evento di Black Mirror, diventa allora la chiave per destrutturare e ragionare sui fili stessi dell’intreccio, sia esso quello di un telefilm, o di un lungometraggio, o di un librogame. In questa puntata, che è molto di più di un esercizio di stile, si parla di predeterminazione, del senso delle storie che inventiamo, della libertà di scelta contrapposta alla necessità di una risoluzione soddisfacente. Tutte queste anime convivono nell’episodio più sperimentale di sempre di Black Mirror, senza dubbio uno tra i più stimolanti.

Bandersnatch è il titolo di un videogioco a bivi che viene sviluppato nel 1984 da un ragazzo di nome Stefan (Fionn Whitehead). Si tratta di un’avventura grafica tridime...