È arrivato il momento di lasciar andare Kimmy Schmidt. L’abbiamo seguita dopo la sua uscita dal bunker nel quale era stata rinchiusa per anni, l’abbiamo vista cercare un posto in un mondo che non conosceva affatto, abbiamo riso della sua ingenuità e semplicità. Tutto questo arriva a conclusione nella seconda parte della quarta stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt. Se già sulla prima parte di stagione era molto difficile sviluppare riflessioni inedite, questo secondo blocco di episodi è ancora più avaro di spunti. Ma la colpa non è della serie, che si mantiene sempre uguale a se stessa, quanto di una scelta di distribuzione da bocciare e che penalizza la fruizione dell’intera stagione.

In fondo qui si tratta di appena sei episodi conclusivi che chiudono il già debole intreccio e proiettano ogni personaggio verso il proprio finale. La comedy ideata da Tina Fey non ha mai avuto una trama orizzontale forte. Funziona più per grandi idee che assorbono come spugne temi e ri...