C’è un clamoroso braccio di ferro che anima ogni puntata di Non Mentire. È quello tra nuova serialità e vecchia serialità, tra fiction e serie tv. È una tensione che esiste già nel materiale di partenza, nella serie britannica, ma qui per la particolare forma che la fiction ha preso sulle reti generaliste italiane (sia il gruppo RAI che il blocco Mediaset, ognuno con le sue peculiarietà, il suo carattere e il suo stile) è accentuata sul lato della condiscendenza verso il pubblico. E Non Mentire non è un prodotto condiscendente, questa è la sua grande contraddizione, è una serie che tramite una trama thriller mira ad educare alla parità di genere e ai diritti delle donne di essere padrone del proprio corpo e di una vita sessuale autonoma,non concessa dagli uomini. Mira quindi a sfidare una alla volta le convinzioni radicate, la mentalità diffusa e le argomentazioni retrograde.
Questa serie che non è mai condiscendente nei presupposti però poi molto spesso lo deve essere nel suo contorno...
La recensione del terzo e del quarto episodio di Non Mentire
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