“Questo è il modo in cui gli uomini come me pregano”, mormora un uomo d’origine asiatica al figlio, strappato a forza dalle tentazioni digitali di un primitivo videogame e costretto a esercitarsi al pianoforte. La stretta correlazione tra la musica di Johan Sebastian Bach e la matematica è nota a chiunque abbia studiato l’opera del grande autore tedesco, e innesca il prologo di The Greatest Story Ever Told, quarta puntata della seconda stagione di American Gods. È un’introduzione densa e avvincente, che triangola musica, fede e tecnologia offrendoci, forse fuori tempo massimo, un illuminante sguardo sul culto legato a Technical Boy (Bruce Langley).

Tuttavia, la storia del giovane programmatore in grado di far comporre a un software sonate bachiane lascia ben presto il campo a tutt’altra atmosfera, con il focoso amplesso tra Shadow Moon (Ricky Whittle) e una misteriosa, conturbante presenza – personificazione della dea gatto egizia Bastet (Sana ...