La scelta più banale, più classica e più facile nel momento in cui ci si propone di ricostruire un evento vero, noto e drammatico come quello dell’incidente di Chernobyl sarebbe stato di cominciare qualche settimana prima, mostrare le vite di quelle che poi saranno le vittime, individuare qualche personaggio chiave, farci empatizzare con il suo privato e poi lentamente condurci verso l’incidente attraverso una serie di segni premonitori forzatissimi accoppiati ad oscuri presagi nel cielo.
Chernobyl, la miniserie HBO in 5 puntate in onda da ieri sera su Sky Atlantic ogni lunedì, invece inizia con l’incidente stesso (se si esclude un piccolo prologo ambientato due anni dopo i fatti), lo vediamo da lontanissimo, da una casa a più di 3 Km. Un bagliore nella notte e un’onda d’urto. Poi siamo dentro la centrale, tutto è già successo e già siamo immersi nell’atmosfera del racconto. Non importa davvero come sia successo, la cosa che importa è la morte e la reazione delle persone ad essa.

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