Sembra passata una vita da quando Agents of S.H.I.E.L.D. muoveva i primi passi. Un po’ perché è vero. I fratelli Russo dovevano ancora dirigere Captain America – The Winter Soldier, film che avrebbe segnato il cambio di passo per la serie, e il progetto Marvel su Netflix, ormai concluso, doveva ancora iniziare. La serie di quelle settimane era molto più chiusa e circoscritta nella sua scrittura, avanzava a tentoni e impaurita, attenta a non pestare i piedi ai giganti. Se invece c’è qualcosa che ha definito la serie in seguito è stata proprio la sua dinamicità, il fatto di non riconoscere la stasi e l’equilibrio come mete da raggiungere. Per Agents of S.H.I.E.L.D. tornare all’equilibrio significa ristagnare, e quindi deve esserci sempre qualcosa di più alto, o almeno diverso, a cui tendere.

Il doppio finale della sesta stagione si basa su questo assunto. La storia raccoglie tutta l’eredità della storyline dei Chronicom disseminata lungo la stagione, e la tr...