Watchmen 1×06: la recensione

La maschera di un supereroe non è mai solo uno strumento per celarsi. Scegliere un’identità, un costume, significa autodefinirsi. Per un vigilante, o aspirante tale, vuol dire ritagliare la natura del proprio essere più profondo, più intimo, e darle corpo, anima, colore. È l’esteriorizzazione di traumi e dolori, frustrazioni e paure, ed è la prima arma con la quale ci si presenta al nemico. Le vicende di Watchmen fumetto traggono spunto da un’iconografia delle origini saggiamente più semplice, che solo con la seconda ondata (Rorschach, Dr. Manhattan) assume una sua complessità di simboli e soprannomi. D’altra parte Lindelof nel tornare a quella storia di origini e farla propria ne racconta i retroscena più oscuri. Lo fa nel miglior episodio della stagione, forse uno dei migliori episodi dell’anno.

This Extraordinary Being è l’esigenza di un flashback che in qualche modo deve filtrare attraverso la trama, e deve mette...