Ares: la recensione

Per la sua prima produzione olandese, Netflix ha optato per il genere horror. Ares è uno show che assimila il minimalismo e la seriosità di Dark e traduce tutto in qualcosa che somiglia inizialmente a Suspiria, ma che cerca anche da subito una strada propria. In otto episodi dall’apprezzabile durata di mezz’ora, va in scena un opprimente racconto di sensi di colpa, scoperta, fatti di sangue che solo negli ultimissimi minuti svela la sua vera natura. A quel punto le sfuggenti motivazioni dietro l’intreccio sono rivelate allo spettatore, compresa la reale tematica dello show. Un viaggio rapido, privo di particolari picchi, ma solido.

La storia è quella di Rosa, una studentessa universitaria che desidera entrare a far parte della società segreta Ares. Questa, lo capiremo presto, consente l’accesso ad una cerchia elitaria che tramite essa consolida i propri privilegi. Più di una confraternita, si tratta di una società quasi separata, con proprie ...