STAR TREK: PICARD 1X02, LA RECENSIONE

C’era qualcosa che mancava nel pur ottimo primo episodio di Star Trek: Picard, un certo je ne sais quoi che nasce da una questione linguistica e va a toccare l’anima stessa del franchise. Questo qualcosa è un po’ di sano technobabble, di fantascienza massimalista anni Cinquanta, quella fatta di concetti dai nomi altisonanti come “cervello positronico”, “cristalli di dilitio”, “compensatori di Heisenberg”; Roddenberry ne andava pazzo, Jean-Luc Picard negli anni ce ne ha regalato esempi gloriosi, ed è anche grazie a loro se oggi persino l’ultima delle opere sci-fi può permettersi di far saltellare le sue astronavi in giro per la galassia a velocità di curvatura senza che nessuno si faccia domande. Ricordi, il pilot di Picard, era ancora troppo impegnato a farci ambientare in questa nuova versione del sistema solare, dove la Federazione è composta di freddi burocrati e l’ultimo eroe ro...