Homeland 8×03 “False Friends”: la recensione

Dopo otto stagioni, Homeland riesce ancora a tirare fuori frasi essenziali come: “Siamo forti solo abbastanza da non perdere, e deboli solo abbastanza da non poter mai vincere”. E mette in bocca queste parole al leader del gruppo dei talebani, Haqqani, con cui Saul vuole negoziare una pace complicatissima. Insomma, la serie di Showtime magari mostra un po’ la corda, ma riesce ancora ad essere rilevante – magari non in queste settimane così convulse – e a ragionare sui suoi classici temi di spionaggio.

Tutto nel terzo episodio si basa sul titolo della puntata, False Friends. E ancora una volta si tratta di temi storici per la serie di Alex Gansa, che sulla fiducia e sul rischio calcolato del tradimento ha costruito la sua intera storia. Qui ci sono più storie che si incrociano, oppure vanno avanti per conto loro, ma tutte ritornano a quel concetto di fiducia e collaborazione necessaria. C’è puro spiona...