Se la prima stagione di Kipo e l’era delle creature straordinarie (leggi la recensione) era servita a Radford Sechrist e Bill Wolkoff per gettare le fondamenta di un’avventura, presentare il loro mondo e i loro personaggi, raccontare qualcosa del loro passato e concludere tutto con il più classico dei cliffhanger, la seconda stagione di Kipo… be’, fa più o meno la stessa cosa, il che da un lato può sembrare una mezza delusione, dall’altro suona come una dichiarazione d’intenti: lo show DreamWorks è qui per restare, e per diventare qualcosa di più di una curiosità psichedelica comparsa quasi per caso su Netflix.

La prima stagione ci aveva fatto conoscere il mondo dopo la fine del mondo nel quale sono ambientate le avventure di Kipo Oak, una post-apocalisse coloratissima e ottimista ai limiti del twee popolata da animali senzienti e da creature gigantesche e tendenzialmente assurde come il Megaconiglio. E ci aveva presentato il party – il termine è preso a prestito dal mondo videol...