Il senso di Agent Carter, come progetto così atipico – per quanto molto tradizionale per altri versi – all’interno del Marvel Universe, è ben riassunto nel dialogo in macchina che ci sarà ad un certo punto tra Peggy e Jarvis. Questi modi garbati, questa attenzione alle distanze sociali, queste velate allusioni sessuali e sarcasmo così fuori moda in un mondo che è abituato a gridarsi in faccia cosa pensa (il famoso scambio tra Steve Rogers e Tony Stark in Avengers). Agent Carter parla un linguaggio che non è il nostro e che non è quello del resto dell’universo di cui fa parte, ma riesce, ed è questo il suo punto di forza, a ribaltare i canoni del mondo dei supereroi giocando su una visione d’epoca.

Un senso dell’assurdo che si rafforza perché Agent Carter ha anche una seconda caratteristica che lo differenzia dal resto dei prodotti Marvel: una spiccata attenzione all’anima femminile della storia. Che non vuol dire solo inserire un personaggio forte come può...