Esiste un blackout di cinquant’anni tra le vicende della Alcatraz degli anni ’60 e quelle delle indagini dei giorni nostri, un abisso lungo mezzo secolo che finisce per inghiottire e celare qualunque distinzione tra buoni o cattivi, tra guardie e carcerati, tra coloro che hanno scelto di stare, o si sono ritrovati, da un lato o dall’altro della barricata. Purtroppo per lo show questa insanabile distanza finisce per mostrarsi e differenziare molto, sotto il profilo qualitativo, anche i due piani temporali sui quali si sviluppa parallelamente il telefilm.

Paradossalmente se da un lato il flashback di Guy Hastings è uno dei migliori visti finora, forte di una caratterizzazione del personaggio degna di questo nome e di alcuni momenti crudi e di vera tensione, le vidende nella San Francisco di oggi non vanno altrettanto bene, e finiscono per mostrare l’indagine più spenta e soporifera di queste prime cinque puntate. Ancora una volta, oltre ai dialoghi poco convincent...