Chi ha bisogno di cliffhanger, di una storia lineare, della pura logica narrativa, quando può permettersi un bel collegamento con la migliore annata della serie e solleticarci costruendo una mitologia interna più confusionaria che altro? Scherzi a parte, sono due gli elementi che emergono dalla visione di Orphans, midseason finale di American Horror Story. Il primo è la conferma di una dimensione drammatica in questo Freak Show come non se ne erano mai viste prima, il secondo è l’esistenza di quell’universo condiviso che Ryan Murphy aveva in qualche modo anticipato alcune settimane fa (aveva anche detto che temeva di aver realizzato una stagione troppo spaventosa, quindi, insomma, ci si fidava ma fino a un certo punto).

La storia di Pepper (grande lavoro di Naomi Grossman), che qui ci viene raccontata nel suo complesso, tramite un flashback che si trasformerà nel corso dell’episodio in un flashforward, è una delle pagine più tristi della storia di American Horror Stor...