C’è una definizione che fino a qualche anno fa aveva una certa fortuna, secondo cui “la tv è la nuova letteratura”. Oggi non ha più molto senso. La qualità alta delle serie tv non è più quella novità che va sottolineata in qualche modo, e in fondo è meglio tenere le due sfere separate con le loro differenze e specificità. Poi però arriva Better Call Saul, con l’ultimo cliffhanger stagionale della storia del franchise, e rimette in gioco quella definizione, ci ricorda davvero perché aveva un senso in primo luogo. Perché, nell’ambizione smodata di un racconto seriale di lunghissimo corso, può celarsi davvero l’opportunità di raccontare percorsi umani straordinari, che hanno la forza di un archetipo contemporaneo. E se il nome che vi viene in mente è quello di Saul Goodman, guardate meglio nei dettagli, e scoprirete la figura di Kim Wexler.
Something Unforgivable
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