“Questa famiglia usa il termine “erede” come fossimo in un’opera di Shakespeare.” La frase di Jamal Lyon durante l’ennesima riunione di famiglia, organizzata in occasione del traumatico annuncio della gravidanza di Anika, mette bene in luce le aspirazioni di Empire: ricreare un clima di tragedia classica, con tutti i suoi topos più collaudati, senza rinunciare a uno smalto kitsch tremendamente contemporaneo, enfatizzato da un ritmo forsennato che ne fa, a oggi, una delle serie televisive più dense di colpi di scena attualmente in onda.

Colpi di scena che, spesso e volentieri, non hanno paura a scivolare nell’esagerazione. E Time Shall Unfold, quattordicesimo episodio di questa seconda, altalenante stagione, non fa certo eccezione, inanellando situazioni in cui il livello di drammaticità è direttamente proporzionale al ridicolo. Qualche esempio? La riunione con gli azionisti, ridotta a una sorta di spettacolo circense che rievoca, nel tifo spiet...