La casa di carta 4: la recensione

La casa di carta ha vari punti in comune con il film del 2019 Il buco. Entrambi produzioni spagnole, distribuiti da Netflix, diventati piccoli fenomeni globali grazie alla visibilità sulla piattaforma. Entrambi mettono al centro un attacco alle istituzioni e al modo in cui un certo capitalismo distorto intende la distribuzione iniqua delle ricchezze. Entrambi presentano il tema attraverso metafore – visive, narrative o di altro tipo – così smaccate e evidenti da aderire completamente al messaggio, che non lasciano spazio alla riflessione. Anche nella quarta parte, La casa di carta ripete questi schemi, sempre più stanca e sempre più uguale a se stessa.

Sono otto episodi che riprendono il filone interrotto con la terza parte, e quindi l’ingarbugliata rapina alla Banca di Stato spagnola. Tokyo, Denver e gli altri sono sempre barricati nell’edificio con gli ostaggi, il Professore all’esterno cerca di rimettere insieme i pezzi di un piano...