Love, Death & Robots è fantascienza partorita e consumata in un’epoca disillusa, disabituata al silenzio e alla meraviglia. Lo sguardo d’autore – dove l’autore sarebbe Tim Miller – si infrange in diciotto segmenti animati permeati da grigiume e cinismo, e la razza umana ne esce mortificata nei suoi sogni e slanci di bellezza. Solo in sporadici momenti riusciti l’antologia di Netflix riesce a restituire il senso di un’umanità a contatto con la parte migliore di se stessa, anche attraverso esperienze negative. Per il resto, queste storie che raccontano vicende molto eterogenee mancano di temi e visionarietà, spesso soppiantate da un approccio visivo che gioca sul puro godimento della violenza, sul nudo esibito e sulla mancanza di riscatto. Se lo scopo della fantascienza è raccontare il presente con un linguaggio futuristico, qui la presa di coscienza è quella di trovarsi un vicolo cieco.

Si tratta della prima serie antologica animata di Netflix. Ennesima...