Il risentimento e l’odio sono i sentimenti da cui partono le serie più interessanti degli ultimi due anni. Parte da un risentimento fortissimo (e non lo molla mai, se lo coccola e lo alimenta) la bellissima Sharp Objects, trabocca di odio per sé e disprezzo per gli altri la superlativa Fleabag e ora The Boys.
È una storia di supereroi che accantona tutto quello che solitamente sorregge le storie di eroi, anche le più ironiche e sfacciate. Non c’è idealismo, non ci sono sentimenti positivi, non c’è nessuna voglia di correttezza, giustizia o anche solo di piacere dell’essere eroe. The Boys è alimentato a risentimento e in questo sentimento negativo cerca di coinvolgere, con umorismo nero, sagacia e una buona dose di mistero, anche lo spettatore.

È la prima scena a impostare tutto anche per quel pubblico che non sapesse niente del fumetto da cui è tratto, che non avesse visto i trailer, non si fosse informata online ma avesse approcciato la serie solo vedendola sulla home di Amazon Prime....